Negli impianti elettrici industriali e del terziario sono presenti molte utenze non lineari (inverter, saldatrici, elettronica di potenza, illuminazione non a filamento, presse, forni, etc) che per loro natura provocano la deformazione della corrente con conseguenti disturbi e problemi all’impianto ovvero:
• Invecchiamento anticipato dei componenti, per sollecitazione termica e/o meccanica
• Sganci intempestivi
• Rottura di schede elettroniche
• Malfunzionamenti di apparecchiature sensibili (ad esempio computer, macchine a controllo numerico)
• Problemi di affidabilità di UPS
• Danneggiamento di rifasatori e parti capacitive, etc.
Spesso la presenza di elevati contenuti armonici della corrente mette in difficoltà il trasformatore MT/bt, e ciò si traduce in fastidiose distorsioni della tensione, che acuiscono le problematiche elencate sopra.
La soluzione per le armoniche sono i filtri, che possono essere attivi o passivi, con differenze sostanziali tra le due tipologie:
FILTRO ATTIVO
Può compensare più armoniche contemporaneamente (fino alla 50esima)
Non va in saturazione/sovraccarico
Non è influenzato dalla rete circostante (capacità, induttanze)
Non ha natura capacitiva
E’ molto flessibile: può “mirare” solo alcune armoniche in maniera selettiva
Può rifasare, anche carichi extrarapidi
Può compensare lo squilibrio del carico
Può accogliere altri filtri in parallelo, se il fabbisogno di filtraggio aumenta
Si adatta al carico parziale
FILTRO PASSIVO
Può compensare solo l’armonica su cui è accordato
E’ difficile fare sistemi passivi per compensare più armoniche
Può andare in saturazione/sovraccarico
E’ influenzato dalla rete circostante (capacità, induttanze)
Ha natura capacitiva, influenza il cos phi
E’ difficile da far evolvere, se il carico armonico dell’impianto aumenta/diminuisce
E’ ON/OFF, o al massimo a step